Ave al divano

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; / Anche di notte il mio cuore mi istruisce – Salmo 15

Thou hast nor youth nor age, / But, as it were, an after-dinner’s sleep, / Dreaming on both – W. Shakespeare

Mi compiaccio di avere cominciato il post con due citazioni, come avrei fatto nei fasti dei tempi andati. La mia passione per il dormire è atavica. Mediamente nove ore, altrimenti il giorno dopo sono nervoso e granché inconcludente. Ma fosse solo questo! La verità è che le migliori idee della mia vita mi sono venute mentre dormivo. Però, non durante il dormire di notte a letto. Che indubbiamente è sempre molto buono, ma non è il massimo.
Il massimo è l’abbiocco sul divano, dopopranzo. In quello stato di dormiveglia sembra attivarsi al massimo il mio maestro interiore e il mio lato creativo. Anche di notte il mio cuore mi istruisce, come dice il salmista. Anche quando mi abbiocco dopopranzo.

In The Mentalist, il protagonista Patrick Jane passa ogni momento libero disteso sul divano che ha fatto posizionare in un angolo dell’ufficio. Coincidenze?
Sembra di no. Il mentalist sa bene il fatto suo, anche riguardo al divano.

Salvador Dalì usava distendersi sul divano con un braccio penzolante che teneva un cucchiaino sul bordo di un bicchiere. Quando si appisolava il cucchiaino, cadendo nel bicchiere, lo risvegliava. In questo modo sfruttava al massimo la dormiveglia, senza che le idee che la sua mente elaborava andassero cancellate dal sonno.
Che poi non si chiama dormiveglia, bensì stato ipnagogico. In questo stato le onde celebrali scendono al livello theta. Si hanno in genere sogni brevissimi e molto vividi. Eccetera eccetera.

Insomma… Divano divano, divampante fulgore… Salga il coro. Ave al divano.

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