Mentre facevo una coda educativa alla segrateria studenti nella piovosa mattinata di un Aprile, leggevo un passaggio indimenticabile di quell’uomo che, insieme a pochi, riesce a leggere l’approccio conservatore al mondo di oggi:
“Da sofisticate persone moderne abbiamo l’abitudine di considerare i nostri valori come se non ci appartenessero affatto, come se fossero i valori di un bizzarro estraneo che deve essere inserito nel contesto e al quale ci sentiamo fastidiosamente superiori. Abbiamo tutti una certa familiarità con i sentimenti di Prufrock – le aspirazioni e la visione della vita più profonde di quelle del resto della gente, e contemporaneamente, il timore di essere respinti e derisi – che, nel bel mezzo delle nostre più calde passioni, ci ricordano che forse sbagliamo sia nel presumere sia nell’osare.”

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