Marcenaro
Uno passa sopra a tante cose, si mette lì, bacia la pantofola, se la sente menare che è diventato teocon, aspetta gli stati generali della chiesa italiana a Verona manco fosse il concorso di Miss Universo, non si tocca perfino quasi più, e per tutto ringraziamento sale sul palco la star della serata, lui, un principe della chiesa, nientemeno che Dionigi Tettamanzi, e ti invita a far che? Ad andare a cacare: “E’ meglio essere cristiani senza dirlo che proclamarlo senza esserlo”. Incarta e porta a casa. Ma tu non molli, depresso quel che sei ti guardi in giù, controlli che le radici cristiane stiano al solito posto, le vedi e riparti in quarta contro gli islamisti. La satira di qua, l’autocensura di là, ma diamoci da fare, prendiamoli un po’ in giro, morale, c’è kamikaze e kamikaze. Ecco. Immaginate allora con quale entusiasmo si sia appreso ieri che Benedetto XVI, sempre a Verona, e nel momento stesso in cui cazziava Tettamanzi come uno scolaretto, abbia voluto aderire allo spirito della nostra campagna sull’islam plurale con una sua autorevolissima, prestigiosissima, influentissima: “C’è cardinale e cardinale”.

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