Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno.
Luca 13:24
Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano.
Matteo 7:13-14
I salvati saranno molti o pochi? È un dilemma che attraversa le religioni essoteriche, tra la loro apertura alle masse e i messaggi piuttosto radicali dei relativi fondatori: “Pensate che il Figlio dell’Uomo troverà la fede sulla terra al suo ritorno?”. Ma il problema non è se i salvati saranno pochi, centoquarantaquattromila, o molti; è stupido e bestiale pensare in questi termini. Ciò che è importante è che passare per la “porta stretta” significa trovare la Via. La Via non può essere che personale, come personalissimo e singolare è il cammino di Frodo che lo porterà tra le fauci del Monte Fato (e non è un caso che così si chiami il vulcano della terra di Sauron, ipostasi degli arconti, signori del karma).
La porta larga che conduce alla perdizione è invece la strada, o meglio il nastro trasportatore preconfezionato dalla società, governato dall’anello forgiato nel Monte Fato. È il “keep calm and carry on”, la falsa promessa di salvezza guadagnata con il rispetto degli ordini del capo di turno. Sono le illusioni del successo e della realizzazione mondana, magari anche la soddisfazione personale nella mediocrità di essere persone oneste e perbene, i leccalecca che vengono dati ai passeggieri di questa nave negriera chiamata mondo.
La porta stretta è quella tra Jachin e Boaz, le due colonne del tempio di Salomone, cioè i due cherubini posti a difesa dell’Albero della Vita, cioè le due colonne esterne dell’albero sephirotico, allorché per raggiungere Keter i sentieri si restringono.
La porta stretta è l’agnya chakra, che è situato a livello dell’ipotalamo, all’incrocio dei nervi ottici e dei canali sottili destro e sinistro che, gonfiati dall’attaccamento alle pulsioni, ostruiscono la via alla risalita di kundalini.
Adesso c’è da tenersi forte. Le sette chiese di Apocalisse sono i sette punti sulla spina dorsale, i sette chakra. L’agnya è il sesto, e la sesta chiesa è quella di Filadelfia. La promessa che il Risorto fa alla chiesa di Filadelfia è la seguente:
Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, e della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio nuovo nome.
Apocalisse 3:12
Come colonna nel tempio del mio Dio. “Chi vince” è la terza colonna, quella centrale, dell’albero sephirotico che passa la porta stretta tra J&B. E “scriverò su di lui”, dove se non sulla fronte?
Non potrei mai descrivere a parole l’importanza così grande di trovare, e cominciare, il proprio Cammino. Senza di esso nulla si salverà di questa vita, perché tutto ciò che non è Cammino precipita nell’abisso.