No screen rule

Ho intenzione di fare una cosa per i prossimi sette giorni. È da lungo tempo che ce l’ho in mente e credo, visto anche il periodo di esami alle porte, che sia giunta l’ora di adottarla. No screen rule: dopo il crepuscolo (mezz’ora dopo il tramonto, stando al codice della strada), niente schermi. Niente computer, iPad, iPhone. La televisione già non ce l’ho. Il telefono lo dovrò spegnere, per non essere disturbato.

A pensarci bene, non è che un mero salto nel passato di vent’anni. Se ci aggiungiamo la tv, di anni ne facciamo sessanta, al massimo. Meno della vita di un uomo comunque. Eppure è una cosa che, al primo pensiero, mi sgomenta. Mi sgomenta perché questa vita, fatta di schermi, è ormai una parte di me. È un’abitudine totalmente radicata, un pezzo della mia psiche. Come sempre, amputarsi (“Se la tua mano ti è di scandalo, tagliala”) è un processo di paura e di dolore. Poi di liberazione. Come sempre avrai contro il tuo ego, e quello degli altri (cfr. tutti i non risvegliati di Matrix sono da considerarsi nemici).

Lo faccio nello sforzo di ricreare l’ambiente paleolitico. Quando il fuoco bruciava basso, era l’ora del confronto con noi stessi.  Era l’ora dell’integrazione del nostro io, l’ora della meditazione profonda. Era l’ora del tempo morto. Oggi quel tempo è stato sostituito dai continui stimoli sensoriali e dalle altrettanto continue distrazioni. Non sono veri sostituti.

Lo faccio nell’intento di tornare con una coscienza, almeno un poco, trasformata. Non è che non avrò nulla da fare, tra studio, letture “analogiche” ed esercizi. Spero di poter comunque meditare a lungo. Staremo a vederne gli effetti.

Da oggi a sabato prossimo. Questo è il giorno uno.

Fire

Apocalisse

tumblr_mc3ig8OzZF1ra9khzo1_r1_1280Se segui questo blog, saprai che a casa non ho una televisione. Non ritengo che in televisione ci sia molto di interessante , e ultimamente sto dubitando anche dell’opportunità di passare i fine settimana a guardare il continuo di partite di calcio che i campionati europei offrono. Al contrario, credo che la diffusione di negatività e informazione di bassa qualità da parte dei telegiornali insieme alla idiozia della maggior parte dei programmi e all’irritante cacofonia delle pubblicità siano motivi più che validi per decretarne la sua dannosità.

Detto questo, tra i pochi programmi che mi piace guardare ci sono quelli di Derren Brown, mentalista (che brutta parola) inglese che va in onda su Channel 4. L’ultimo suo spettacolo si chiama Apocalypse. Tratta la simulazione della fine del mondo per una persona. Ci sarebbe da chiedersi come si simula la fine del mondo per una persona, e soprattutto cos’è la fine del mondo; ma prima, qual è il vantaggio di un esperimento del genere?

In apertura di programma Derren cita Seneca. Visto che ci siamo, diciamo anche il filosofo stoico avrebbe un sacco di riflessioni (e di soluzioni) utilissime per combattere il malessere dello stile di vita moderno, se solo lo si leggesse. Ma neanch’io lo leggo quindi andiamo avanti. In particolare questa qui riguardava l’utilità di ripetere mentalmente – mentally reharse dice Derren – la perdita di tutti i propri beni e di tutti gli amici e familiari, in modo da poter apprezzare meglio quello che si ha. Ho pensato se uno si dovrebbe immaginare anche il modo in cui potrebbe perdere tutto quello che ha, magari aggiungendo dei dettagli cruenti per rendere tutto più vivido. Non credo sia necessario. Basta immaginare come saresti e cosa faresti se non avessi nulla – ma proprio nulla – di quello che hai ora.

L’ho fatto una volta. E’ vero, ti porta ad apprezzare di più quello che hai al di là della noia e dello stress della routine. E’ un utile strumento in più nelle lotta contro le influenze negative, uno di quelli da mettere nel cassetto ed esercitare periodicamente. Ma è successa una cosa strana mentre ero intento nella pratica: una sottile sensazione di libertà si è impadronita di me. Era come guardare l’oceano sull’orlo di una scogliere a strampiombo; terribile eppure invitante (per un tuffo). Come uomo, ho sempre avuto bisogno di nuovi inizi e questo di nuovo inizio sarebbe la versione ultimate; ma non voglio volare troppo con il pensiero.

Dato che tutto è collegato, si colgono echi orientali nella raccomandazione di Seneca. Che sono principi riconosciuti da tutte le persone, di ogni epoca, che nella loro vita hanno fatto qualcosa di grande. Un famoso aneddoto di Milton Erickson racconta di come fece vincere un torneo di golf a un signore: lo ipnotizzò e gli disse di giocare ogni buca come se fosse la prima. Questi vinse il torneo, stupendosi di essere alla buca numero 18, perché credeva ancora di essere la prima. Non c’è niente di diverso rispetto a immaginare che i tuoi amici siano tornati dall’aldilà, la prossima volta che li vedrai. Sono profondamente convinto che oggi più che mai l’esercizio mentale, di qualsiasi tipo, sia una delle cose più importanti che uno possa fare. E lo deve fare finché è giovane, non da vecchio arteriosclerotico pieno di rimpianti. Questo tipo di allenamento, nonostante vanti una tradizione antichissima,  è snobbato dalla grande maggioranza delle persone e non rientra nell’educazione “normale” delle persone, chiamiamolo pure underground, eppure è capace di indurre significativi cambiamenti nella vita.

Tornando al programma, come sua ignara vittima Derren è andato alla ricerca proprio di una persona che, del tutto ingoiata nel gorgo della vita moderna, completamente alienata, passa le giornate tra lo sgabello del pub e lo schermo del suo iPhone e non riconosce il valore delle cose che ha e le potenzialità della sua vita. Potrebbe essere mio amico.

Tutto questo è il perché. Ma come si organizza la fine del mondo per una sola persone e come si fa a indurre un cambiamento positivo da un’apocalisse? Tutto comincia con il controllo dell’informazione. Senza scomodare gli esperti del settore negli uffici minesteriali competenti a Pechino, Derren fa in modo di hackerare televisione, iPhone e computer della vittima in modo che ricevano delle notizie create ad arte per instillare l’idea della possibilità della caduta in Inghilterra di un meteorite con annessa diffusione di un terrible virus alieno. Ovviamente la famiglia è in combutta con i produttori.

In seguito, mentre la vittima pensa di essere dentro un pulmino in viaggio assieme al fratello per un concerto, delle esplosioni cominciano a verificarsi a margine della strada e nei campi vicino, a simulare la caduta di frammenti di meteorite. Mentre l’abilissimo autista sta letteralmente schivando i proiettili che cadono dal cielo, lui viene messo in trance e portato in una ex base militare nella quale comincerà la sua avventura post-apocalisse. Qui inconterà una serie di personaggi che avranno lo scopo di suscitare in lui una qualità particolare, in modo che il cambiamento abbia luogo. E infatti il cambiamento in lui avviene davvero, e riguarda ciò che sta alla base della felicità terrena, cioè semplicemente desiderare le cose e la vita che si hanno già.

In coda, l’uomo di nome Derren Brown non è un supereroe con poteri magici, eppure è capace di cambiare la vita alle persone. E, seppure cambiare la vita anche a una sola persona è un’opera dal valore enorme, l’umanità abbisognerebbe che le persone costantemente si condizionassero le une le altre verso ciò che è buono e migliore. Imparare come si fa – saremo anche ripetitivi – dovrebbe essere la base dell’educazione umana, invece che essere privilegio di un manipolo di uomini che, dopo essersi liberati dei cattivi insegnamenti, si sono imbarcati in un’avventura di scoperta della verità. Sarebbe questa, come dicevano gli illuministi, l’educazione che rende liberi – non lo studio di storia e geografia in quelle che, chiamandosi scuole, sono in realtà delle prigioni.

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Auguri

Il Vecchio doveva farvi gli auguri. Ve li fa adesso, tutti insieme. Qohèlet parla ancora oggi, non con le sue parole taglienti dettate allo scriba, ma dalla bocca del paffuto signore nel video qui sotto. Se potesse vederlo, dall’alto suo scranno di pietra, egli annuirebbe interessato, compiaciuto che un’altra anima abbia capito che omnia vanitas.

E anch’io vi faccio gli auguri, sperando che abbiate potuto davvero esperire spirito del Natale e di queste feste, al di là del frastuono del mondo, al di là di tutti i sermoni, laici e religiosi, che hanno le loro verità da imporre sul Natale. “Ma il sapiente che dice di sapere / nemmeno lui ha trovato” – risponde il Qohèlet.

Spero che abbiate potuto lavorare interiormente, nelle condizioni particolarmente favorevoli di questa stagione dell’anno, e spero che lo possiate continuare a fare in questo anno nuovo. E spero tutto questo anche per me, per contribuire alla nascita del figlio dell’uomo nella materia. Il Natale ci ricorda che se Dio diventa uomo, è una meraviglia; ma se un uomo diventa Dio, è la meraviglia delle meraviglie.

Gesù disse, “Se la carne fosse nata a causa dello spirito sarebbe una meraviglia, ma se lo spirito fosse nato a causa del corpo sarebbe una meraviglia delle meraviglie.” — Vangelo di Tommaso, 29