L’alfa e l’omega

«Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine» (Apocalisse 22:13)
 

Cristo è l'alfa, cioè il pesce (l'Ichtys, Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio), ed è l'omega, che rovesciato è una boccia del pesce, un'acquario. Cristo è il messia dell'era dei pesci fino all'avvento dell'acquario. Ma il pesce deve entrare nella boccia piena d'acqua per formare l'acquario, così il principio e la fine si devono chiudere su se stessi per (ri)formare l'eternità. 
L'alfa, il pesce, è lo spermatozoo, e l'omega è l'utero. Cristo è entrambi, è l'androgino, l'Adamo Cadmo.

Sia benedetto l'Altissimo

Occorre temere in modo particolare i consigli dei propri familiari. Loro, infatti, “vogliono il vostro bene con tutte le loro forze”. (A volte è terribile guardare come i genitori di buon cuore predeterminano categoricamente il fine dei loro figli fin dall’infanzia). Se andate al vostro fine per la vostra strada e poi subite una sconditta, non attendetevi nessuna pietà da loro. Urleranno: “Te l’avevamo detto! E tu non ci ascolti mai!”. In questi momenti la vostra posizione è assai debole. Siete molto abbattuti per l’insuccesso e i manipolatori che vi circondano, sfruttando questo momento di debolezza, cercheranno di mettervi le mani addosso. Per loro è comodo così. In questo modo essi trovano il sistema per autoaffermarsi e voi siete qui pronti per loro, rassegnati e ubbidienti.
Una persona che è capitata in una situazione difficile è sempre circondata da consiglieri e manipolatori. Tutti perseguono esclusivamente i loro fini: o crescere ai propri occhi, struendo il buono a nulla, o avere la possibilità di manipolarvi o di mettervi semplicemente al vostro posto. Qualsiasi loro parola, rinchiusa in una confezione di “sincera partecipazione”, tradotta suona così: “Ma dove vuoi andare? Credi di essere meglio di noi? Sta seduto buono qui con noi e sta calmo. Vivi come facciamo noi. Noi conosciamo la vita meglio di te”.

da Vadim Zeland, Reality Transufring: Il fruscio delle stelle del mattino

Sembra di leggere il grandissimo Eric Berne. Giusto per ricordare, ancora una volta, quanto sia banale il male.

Aneddoto di un famoso allenatore di calcio a 5, riguardante l'annoso problema che i giocatori di calcio attuali, campioni inclusi, non sanno difendere a uomo.
Infatti, quando a calcio a 11 un attaccante riceve spalle alla porta, l'unica cosa che il difensore sa fare è starlo a guardare, indietreggiare e chiamare tutti gli altri 9 giocatori a ripiegare. 
Ecco l'aneddoto: "Je dicevo a un allenatore de serie A, di cui nun faccio er nome, ma a Mexés perché nun je dici, je insegni de far qualcosa invece de indietreggiare fin dietro 'a linea da'a porta? E quello me risponde: se io a Mexés je dico de fare una roba del genere, quello me pija per matto e me fa licenzià". Ovviamente, non facendo i nomi, l'allenatore era Ranieri.

Musica per quest’estate

Il disco dell’estate è sicuramente Yanez di Davide Van de Sfroos. Già presente a Sanremo con l’omonima canzone di punta, non ha vinto e non è arrivato nemmeno in finale: una prova schiacciante della sua bellezza. La sua voce potrebbe essere quella di un Michael Stipe lumbàrd, mentre l’inaspettatamente, incredibilmente musicale dialetto di Como rende l’illusione che le canzoni siano confinate in uno spazio mitico, senza tempo esattamente come il romanzo di Emilio Salgari. Non avrei bisogno di altra musica, mentre me ne sto disteso sulla sabbia.
Il disco che invece non si riesce a togliere dal lettore cd (di casa) è The Graduation Ceremony di Joseph Arthur, il ragazzotto dell’Ohio con questo nome decisamente biblico. Nato da una delusione d’amore, è un disco colto, suonato a fuoco lento, perfetto da ascoltare mentre si contempla l’Enrosadira, il tramonto roseo sulle Dolomiti, perché “there’s nothing to do in the Midwest but dream” – dice Joseph.
In viaggio verso il mare, non lascerei a casa Circle, l’ultimo album degli Scala & Kolacny Brothers, il coro di ragazzine belga, che è arrivato alle luci della ribalta per una versione spiritata di Creep, il manifesto dell’alienazione e dell’inadeguatezza sociale di quel genio di Thom Yorke, usato per il trailer del film Social Network. A parte chiedersi perché il coro si chiama brothers quando è composto da voci femminili, l’album è composto da due dischi: il primo è tristissimo e meraviglioso, sullo stesso registro di Creep. Sono cover degli Oasis, dei Metallica, dei Depeche Mode, di Lithium dei Nirvana, di Viva la Vida dei Coldplay. In mezzo, in una singolare cacofonia, c’è l’incredibilmente allegra cover di Solsbury Hill di Peter Gabriel. Il secondo sono canzoni autoprodotte dai Bros, e lo potete buttare direttamente nell’inceneritore, tanto crassa è la loro incapacità di scrivere canzoni.
Menzione speciale per Roddy Woomble, già autore del disco dell’estate 2006, il bellissimo My Secret Is My Silence, che quest’estate esce conThe Impossible Song & Other Songs. Il frontman degli Idlewild, probabilmente la migliore band che Scozia abbia mai avuto dopo i mitici Vaseline, rende stavolta un po’ più elettrici suoni che comunque sanno dell’erba delle Highlands (quando ha appena piovuto) e della lana delle pecore delle Falkland. Mielosamente bucolico.
Astenersi da Lady Gaga, che ha fatto un disco perfetto per l’autunno ma fuori come un balcone per l’estate. Per chi negli ultimi sei mesi è vissuto, come dicono in America, sotto una roccia, va benissimo anche ripescare il capolavoro, il formidabile The Suburbs degli Arcade Fire, datato lo scorso settembre.