Preghiera 26/08/2006
Certe  volte mi chiedo se non sono davvero fissato con le ipocrisie, perchè stavolta mi scaglio persino contro l’ipocrisia della scrittura da sms o come la volete chiamare. Passino gli ultracinquantenni, gli ultraquarantenni, qualche ultratrentenne; questi mica hanno conversazione via messaggini con i giovini, non conoscono il fenomeno, e allora va bene che facciano quello che fanno, cioè  indignarsi quando sul giornale esce quello che ha scritto la tesi come un sms. Tanto è gratis. Gli ultra sessanta e soprattutto gli ultra settanta sono fuori della polemica, loro che l’italiano non lo hanno mai parlato e tantomeno scritto. Passino anche tutti quelli che riempiono i giornali di tabelle di traduzione e analisi sociologiche. Giammai passino i finti-presunti intellettualoidi ultra e citra ventenni, quelli che si fanno vanto di usare al massimo delle pontenzialità la propria ratio, quelli che si stupiscono di come tutti siano pecoroni mentre basterebbe un ragionamento così semplice. Stolti, che non vedono che a loro sta spuntando il pelo da pecora. Facciano due conti, e vedranno che sono loro ad essere in tanti. E per teoremi che passano da Eraclito a Cipolla a Les Murray, l’intelligenza non si accorda con la massa. Ma evidentemente neanche questo lo capiscono. Per fortuna qualche barbapapà della Crusca ha ancora la testa a posto per dire che farsi capire è un’abilità mica da poco, che condensare il massimo significato in pochi caratteri è una cosa che non tutti sanno fare, che ci provino gli ultracinquantenni a rendere la stessa potenza di significato in altri modi, spediscano una cartolina quando ci saranno riusciti. E poi anche tu, San Nilo di Rossano, calligrafo eccellentissimo, non abbreviavi una lingua di più grande tradizione con puntature e contrazioni inverosimili e spesso incomprensibili? Pare che i difensori della Lingua si siano dimenticati i codici medievali.

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